Puglia e le sue IGT, le prime in Italia
Quando, a metà degli anni ’90, si prospettò la possibilità di valorizzare le produzioni di qualità attraverso il riconoscimento della denominazione Igt ecco che la Puglia ha fatto un balzo in avanti: le sei Igt pugliesi sono le prime in Italia ad essere state iconosciute.
Si tratta delle Igt “Daunia”, “Murgia”, “Puglia”, Salento”, “Tarantino”, “Valle d’Itria” e tutte sono state istituite con il Decreto del ministero del 12 settembre 1995 (pubblicato nella G.U. n. 237 del 10/10/95) e poi, negli anni a seguire, hanno subito alcune lievi modifiche.
Caratteristico di: provincia di Foggia.
Può essere prodotto nella tipologia di vino bianco, anche frizzante e passito. Può, inoltre, essere rosso anche frizzante, passito e novello, oppure rosato (pure frizzante). Sull’etichetta Daunia Igt troverete l’indicazione del vitigno che concorre alla sua produzione per almeno l’85% e i vitigni possibili sono numerosi ovvero quelli raccomandati o autorizzati per la provincia di Foggia, ad esclusione di Montepulciano ed Ottavianello. Sulla costa adriatica i vitigni, come qualunque altra merce, viaggiano da sempre e non sorprendetevi se troverete un Igt Daunia con la specifica dicitura Lambrusco.
Caratteristico di: Bari e BAT
Tanto variegata è la collina della Murgia e tanto ampia è la possibilità di modulare il vino Igt di questa zona. L’indicazione di uno specifico vitigno richiede che sia presente almeno all’85%. Sull’etichetta del Murgia bianco potrete trovare la menzione dei vitigni Bianco d’Alessano, Bombino bianco, Chardonnay, Fiano, Garganega, Greco, Malvasia, Moscatello selvatico, Moscato bianco, Pampanuto, Pinot bianco, Sauvignon, Verdeca.
Se poi preferite un rosato, il Murgia Igt rosato può essere fatto con Aglianico, Bombino nero, Pinot nero, Sangiovese, Uva di Troia. Segnaliamo, infine, che l’etichetta del Murgia Igt rosso può avere le seguenti sottomenzioni: Aglianico, Aleatico, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Lambrusco, Pinot nero, Primitivo, Sangiovese, Uva di Troia.
Caratteristico di: intera Regione Puglia.
Rappresenta una vera e propria sintesi delle tante Puglie con i suoi tanti vini, in corrispondenza ai vari microclimi ed alla presenza di altopiani e vallate, colline e boschi, terre piovose o arse e assolate, con i più due mari.
Nei vini che si fregiano della dicitura Puglia Igt possiamo trovare l’indicazione in etichetta dei vitigni Aglianico, Aleatico, Bianco di Alessano, Bombino bianco, Bombino nero, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Falangina, Fiano, Greco, Lambrusco, Malvasia bianca, Malvasia nera, Moscatello selvatico, Moscato bianco, Negroamaro, Pampanuto; Pinot bianco, Pinot nero, Primitivo, Riesling, Sangiovese, Sauvignon, Trebbiano, Uva di Troia, Verdeca.
Caratteristico di: province di Brindisi, Lecce e Taranto.
“Niuru Maru” ma non solo per questa Igt salentina che prevede tre tipologie: il bianco (anche frizzante e passito), il rosso (anche frizzante, passito e novello) e il famosissimo rosato (anche frizzante). Proprio quest’ultimo si segnala per la possibilità di fare riferimento in etichetta dell’indicazione Negroamaro (al 70%). Per le altre tipologie, invece, le uve del vitigno segnalato devono essere almeno l’85%.
L’Igt Salento bianco può avere le sottomenzioni di Bombino bianco, Chardonnay, Fiano, Garganega, Greco, Malvasia, Moscato, Pinot bianco, Sauvignon, Trebbiano, Verdeca, Vermentino. Per il Salento rosso possono essere indicati i vitigni Aleatico, Cabernet e Cabernet Sauvignon, Lambrusco Malvasia, Negroamaro, Primitivo.
Caratteristico di: provincia di Taranto.
Siamo nell’antica capitale della Magna Grecia, terra di vini narrati sin dall’antichità e con una cultura enologica del passato straordinariamente viva all’interno del rinnovato Museo archeologico di Taranto. Fra anfore e crateri, il passato riemerge e ci riporta a questo Igt Tarantino: di nome e di fatto legato ai saperi e ai sapori di questo angolo di Salento.
Le tipologie previste spaziano dal bianco (anche frizzante e passito) al rosso (anche frizzante, passito e novello) fino al rosato (anche frizzante). Per la produzione dell’Igt Tarantino bianco o rosso possono essere utilizzate le uve autorizzate con bacca di corrispondente colore. Mentre per il rosato, quelle autorizzate a bacca nera ma vinificate in rosato. Quando in etichetta il Tarantino Igt reca una sottomenzione con il vitigno, ebbene deve essere ottenuto da esso per almeno l’85%. Le eccezioni sono per il Negroamaro (70-80%) e per la Malvasia nera (20%-30%).
Caratteristico di: Comuni di Alberobello e Locorotondo (Bari); Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano e Ostuni (Brindisi); Crispiano e Martina Franca (Taranto).
La saggezza contadina chiama la vallata dei trulli come la zona dei “Tre confini”. Crocevia di diverse province amministrative, terra di contatto fra i due mari adriatico e ionico che – sulla Murgia – sono quasi equidistanti, ecco che la varietà di vitigni del suo Igt non desta sorpresa.
Molteplici le tipologie, dal bianco anche frizzante e passito al rosso pure frizzante, passito e novello, per completare con il rosato anche frizzante. L’indicazione di uno specifico vitigno richiede che sia presente almeno all’85% e per il bianco possono essere Bianco d’Alessano, Bombino bianco, Chardonnay, Fiano, Impigno, Malvasia, Moscatello selvatico, Moscato bianco, Pinot bianco, Sauvignon, Trebbiano, Verdeca. Per il rosso possono essere specificati i seguenti vitigni: Aleatico, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Malvasia nera, Negroamaro, Pinot nero, Primitivo, Sangiovese. E, infine, per il rosato i vitigni in etichetta possono essere Cabernet, Malvasia nera, Negroamaro, Pinot, Primitivo, Sangiovese.
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